Intervista a Ron Cereghetti | Stampa |  E-mail

Questa settimana abbiamo intervistato uno dei giocatori più rappresentativi dell’AS Moesa, Ron Cereghetti.

 

ASM: Conosciamo meglio Ron Cereghetti...

Ron Cereghetti: Allora… sono diplomato come Tecnico Edile SSSTE. Da gennaio 2010 lavoro presso la SSIC (Società Svizzera Impresari Costruttori) occupandomi del rilevamento competenze nel settore edilizia e genio civile. In pratica mi occupo del reinserimento dei disoccupati in questo settore.

Per quanto riguarda la famiglia… beh mi sono recentemente sposato con Maura, e “prossimissimamente” arriverà un bel bebè ad animare la nostra famigliola e le nostre giornate, questo occuperà sicuramente una buona parte dei miei hobby (giustamente). Comunque oltre al calcio, che è la mia grande passione, mi dedico anche allo sci, alla mountain bike ed alla montagna in generale.

 

ASM: Raccontaci un po' della tua carriera calcistica?

RC: Qui può essere piuttosto lunga…

Ho avuto la fortuna di essere parte integrale del “lancio” del progetto GRANDINANI (assieme agli attuali compagni Tete e Jeremy), tuttora funzionante a pieno regime… Dopodiché all’età allievi B sono passato nei ranghi ACB (U16, A champion, U18), ottima scuola ed insegnamento, sia calcistica che di vita. Raggiunta l’età di “attivi” non ho trovato sbocchi nell’allora gestione Calleri (soldi a palate e porto di mare a Bellinzona eheh), quindi sono passato allo SC Rorè, fresco di promozione in 2a lega, salvezza raggiunta il primo anno e retrocessione il secondo, con tanto di conquista della coppa Grigioni, ottima esperienza. Terminato il secondo anno a Roveredo sono stato contattato dal Biasca, accettando subito l’offerta, avendo come “fido” compagno delle trasferte, dalla Mesolcina alla Riviera, il nostro attuale mister Ulde. Ottima esperienza anche quella, partendo prima come panchinaro, ma conquistandomi strada facendo un posto da titolare. Terminata l’avventura a Biasca sono passato a Sementina a campionato in corso, conquistando la salvezza prima e vincendo il campionato di 2a lega l’anno successivo con la conquista del titolo di capocannoniere con 20 reti. Probabilmente anche questo ha suscitato l’interesse dell’AC Bellinzona, allora militante in Serie B (Challenge League attuale) e senza alcun minimo dubbio sono passato nelle file granata…, ah sì dimenticavo, precedentemente avevo anche tenuto un provino con il Lugano di Schönwetter.

Ai tempi il Bellinzona era ancora allenato da Maccoppi, che mi fece debuttare come titolare nel derby di Cornaredo contro il Lugano, perso 2-0! Esonerato Maccoppi… ecco Petkovic, grande allenatore, capace di stimolarti al punto giusto, ma anche persona molto riservata. Anche con Petkovic mi sono ritagliato i miei spazi, partendo diverse volte anche titolare, seppur non era facile con attaccanti come Ianu, Pit, Adeshina, Lulic e Burla. Quell’anno realizzai 4 reti, davvero una bellissima esperienza, ed ancora oggi ho dei bellissimi ricordi. Terminata l’avventura con l’ACB, sono passato a Locarno, parentesi negativissima, dove purtroppo ho avuto subito un infortunio piuttosto serio, ernia inguinale con parziale interessamento della parete addominale, subito operato, ho perso praticamente un anno… ed anche la fiducia! Sono voluto ritornare a Sementina, ottima società e grandi persone, per il semplice motivo che avevo bisogno di giocare divertendomi, lasciando alle spalle quel brutto periodo. Quindi… eccomi qui, tra un acciacco e l’altro, alla buona causa dell’AS Moesa.

 

ASM: Qual era il tuo obiettivo e il tuo sogno, una volta avviata la tua carriera calcistica?

RC: Un obiettivo vero e proprio non l'avevo, potrei dire che era quello di arrivare più in alto possibile, e quando quasi mi ero rassegnato, è arrivata la chiamata del Bellinzona, e questa è già stata una gran bella soddisfazione, anche perché passare da una 2a lega ad una Serie B è stato un bel salto. Poi con i se ed i ma è facile parlare… magari non avrei dovuto lasciare Bellinzona per Locarno, magari con qualche infortunio in meno… è andata così, nessun rammarico, ma solo ottime esperienze!

 

ASM: Qual è il giocatore e qual è l'allenatore con cui hai giocato più volentieri e perché?

RC: Qui farei due suddivisioni, parte allievi e parte attivi. Ricordo volentieri il periodo dei GRANDINANI, eravamo allievi D elitè (veramente una grande squadra), eravamo molto legati, specialmente con Denicolà, Jeremy, Tete, ma anche con tutti gli altri. Tutti gli allenatori sono stati importanti, specialmente in età allievi, mi riferisco a Miro (e chi se no ;0)), Papiri (mitico), Domenighetti, Giana….

Per quanto riguarda il mondo degli adulti… beh come giocatore dico Belotti, grandissimo professionista e uomo spogliatoi, non a caso ha vinto la Coppa Italia con il Vicenza, ma ho giocato con tanti altri che tutt’ora fanno parte del grande calcio (Mensah, Amauri, Said, Ianu, Pit, Cesaretti, e perché no mettiamoci anche Luca Denicolà, che stimo molto!).

Allenatore dico Petkovic su tutti, un grande. Nomino pure Maccoppi, è grazie a lui se sono arrivato a Bellinzona. Non posso dimenticare Angelo Di Federico, un grande amico più che un allenatore.

 

ASM: È giusto affermare che per un giocatore che ha giocato a certi livelli, poi è facile fare la differenza nelle leghe inferiori?

RC: In questo caso non sono proprio d’accordo, perché è vero che il livello è più basso, il ritmo è più blando e la tecnica è quella che è, ma è anche vero che se qualcuno pensa di scendere a giocare in leghe inferiori e fare il “fenomeno”, passeggiando per il campo, rischia davvero di fare brutte figure. Anche perché gli avversari, magari conoscendoti, cercano in tutti i modi di metterti il bastone fra le ruote.

 

ASM: In terza lega, dove si colloca potenzialmente l’AS Moesa 1?

RC: Sicuramente la più grande qualità della squadra è la forza del gruppo, e qui sono davvero sorpreso, perché c’è veramente un gran bell’ambiente, gli allenamenti sono eccezionali, sia dal punto di vista dell’impegno (che non è una cosa scontata) e sia della qualità. E’ vero che ci sono diversi elementi con esperienze anche in leghe superiori, ma le partite si vincono in 20, tutti sono importanti. Chi una partita non gioca da titolare, la partita successiva la può giocare da protagonista. Tutto ciò per dire che la forza della squadra sta davvero nel gruppo.

 

ASM: Sei un attaccante di razza e hai fatto molti goal, raccontaci un goal che ti ricordi in modo particolare o di un aneddoto che ti è capitato durante la tua carriera.

RC: Come tutti gli attaccanti dicono, tutti i goal hanno la loro storia… ma se devo proprio scegliere, allora dico la mia prima rete in Serie B, Bellinzona-Wohlen al Comunale, io entro a mezz’ora dalla fine, sentivo che sarebbe stata la volta buona, infatti giocai un’ottima partita (o scampolo di partita!), segnai una rete alla “Inzaghi”, per intenderci, non bella… ma ero lì al posto giusto nel momento giusto, presi anche un palo. Ricordo ancora il commento di Ceroni a “Sportsera”: “Ultima mezz’ora a tutta Cereghetti…”, mitico.

 

ASM: AS Moesa, perché?

RC: Ho scelto di venire nell’AS Moesa perché già da parecchi anni si parlava con i compagni di un tempo (Tete, Jeremy, Martino) che una volta sarebbe stato bello ritrovarci assieme giocando nella stessa squadra, nella nostra valle. Manca ancora qualcuno ma sono sicuro che arriveranno presto. In più conoscendo Ulde, sapevo che sarebbe stata un’ottima scelta.

Sono tuttora convinto, e lo sostengo a spada tratta, che in Mesolcina ci vuole un’unica fusione, remando tutti nella stessa direzione. Purtroppo questo non è ancora possibile, ma qualcosa si muove, e spero davvero che tutto questo possa diventare realtà… anche perché sono alla soglia dei 30 anni e vorrei poter partecipare pure io, prima da taca su i scarp al ciolt.

Altro motivo non meno importante, volevo avvicinarmi un po’ di più a casa, siccome attualmente la priorità è la mia famiglia, lasciando il calcio come un divertimento puro, ma comunque giocando sempre ad un buon livello.

 

ASM: Cosa ti aspetti da questa squadra e cosa si devono aspettare da te i tifosi?

RC: Mi aspetto di fare un campionato se non ai vertici, appena sotto. Ci dobbiamo adattare un po’, ma poi sono sicuro che le soddisfazioni arriveranno, basta crederci. Abbiamo degli ottimi giovincelli che devono fare esperienza, ed acquisire quella giusta cattiveria agonistica, poi saremo pronti per il salto di qualità. Io posso offrire la mia esperienza, dando anche qualche consiglio, sia ai giovani che ai vecchi… ma ben inteso che anche loro possono e devono dare consigli a me. Molto importate che le mie “sclerate” in campo vengano prese in modo costruttivo… ormai l’embolo ogni tanto el partis…

 

ASM: Il tuo punto di forza e il tuo punto debole?

RC: Il mio punto di forza è sempre stato la velocità, anche se ormai con l’età qualche metro si perde, ma è ancora buona diciamo. Punto debole molti, ma chi non risica non rosica ;-)

 

ASM: vuoi aggiungere qualcosa?

RC: E’ meglio di no… altrimenti qualcuno si addormenta, e per chi si è già addormentato… SVEGLIAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

(Grazie Remy, stai facendo un gran lavoro… se fai anche qualche allenamento in più non sarebbe male ;0)

Complimenti anche a chi lavora al sito, ottimo lavoro)

 

ASM: Grazie quindi a Ron Cereghetti che ha rilasciato in esclusiva questa intervista per il sito dell’AS Moesa.

Ultimo aggiornamento Martedì 18 Gennaio 2011 23:36